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Italia sì Italia no | Il lavoro del traduttore ovunque

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Forum: Italian
Topic: Italia sì Italia no
Poster: Mario Cerutti
Post title: Il lavoro del traduttore ovunque

[quote]Gianluca Attoli wrote:
Secondo me non è tanto vero che può essere svolto ovunque. Uno dei requisiti per tradurre "bene" materiale rivolto specie a un pubblico ampio è essere a contatto materialmente e quotidianamente con la realtà di riferimento, se mi trasferisco in Australia, tra un anno non avrò lontanamente lo stesso polso del mio ambiente culturale (in compenso, ce l'avrò dell'Australia).

... mi riferivo a un concetto più sottile e forse più "romantico", oltre che più generale. Lo streaming, sì, mi veicola i programmi TV, i film... ma le persone, i negozi, i luoghi, il "rumore" di una città, tutte le occasioni di vivere nel divenire del registro linguistico, si perdono (acquisendone di nuove). E' una condizione più che uno strumento, però io non potrei farne a meno. [/quote]

Mah, secondo me dipende anche da cosa si traduce. A parte la conoscenza linguistica in sé, probabilmente nei lavori che richiedono conoscenze di prima mano e aggiornatissime su taluni aspetti sociali del paese della lingua attiva è avvantaggiato chi ci vive. Ma è un vantaggio sottile, circoscritto ad alcune situazioni e comunque non prerogativa di tutti perché, ad esempio - e questa sensazione mi giunge abbastanza spesso - non tutti i colleghi che vivono in Italia dimostrano *nella pratica traduttiva* di avere tratto un gran vantaggio da quelle "occasioni di vivere nel divenire del registro linguistico" solo per il fatto di viverci.

Per tradurre argomenti di marketing, computer, business, Internet, IT, prodotti di elettronica di consumo, medicina, odontoiatria, missilistica e così via non vedo come possa essere svantaggiato chi vive in un altro paese. Al giorno d'oggi il traduttore medio può tranquillamente vivere ovunque abbia la garanzia di una connessione a Internet affidabile e un ambiente sociale e culturale che non sia di ostacolo alle proprie necessità di aggiornamento linguistico prima e tecnico poi.

Il discorso della residenza effettiva secondo me non deve perciò rappresentare per il collega Depascale un freno psicologico al proprio desiderio di trovare all'estero una condizione migliore. Che l'abbiano scelto per necessità, protesta o semplice desiderio di cambiare, a moltissimi italiani l'espatrio ha portato fortuna. E si può continuare ad essere italiani e amare l'Italia anche vivendo all'estero.

[Edited at 2013-06-17 13:49 GMT]

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