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Formazione traduttori: mi raccontate i vostri percorsi "atipici" per svolgere questa professione?

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Forum: Italian
Topic: Formazione traduttori: mi raccontate i vostri percorsi "atipici" per svolgere questa professione?
Poster: Elisa Ferrarini

Buonasera a tutti,

sono Elisa, aspirante traduttrice in crisi che oggi, dopo aver letto tanti post su questo forum, ha proprio bisogno di confrontarsi con chi svolge già questa professione.

Il titolo che ho scelto per iniziare questa discussione può sembrare bizzarro, ma in passato ho letto post relativi proprio a questo argomento e mi piacerebbe avere la vostra opinione.

Mi rivolgo a chi è già traduttore: c'è qualcuno che non ha seguito il percorso di studi che mi risulta essere quello "standard" (laurea in lingue/mediazione linguistica e magistrale LM94/LM38/LM37 più eventuali master/corsi)? Come siete arrivati a svolgere questa professione? Vi va di raccontarmi le vostre esperienze e come siete entrati in questo settore con un percorso di studi diverso? Qualcuno (datori di lavoro, clienti...) ha mai valutato negativamente il fatto che il vostro percorso non fosse quello standard?

Attualmente ho quasi 38 anni, sono tornata all'università (che non avevo terminato) perché finalmente ho avuto la possibilità di cambiare lavoro e vita e come si può dedurre dalle mie domande non mi sono iscritta alla facoltà di lingue o mediazione linguistica. Ho scelto per vari motivi di iscrivermi alla facoltà di lettere (L10), optando per un corso con un piano di studi un po' particolare, diverso dal solito, adatto all'altra attività che vorrei svolgere (insegnante di italiano L2) e con 30 CFU di Lingua e traduzione inglese che è la lingua che ho studiato di più e da cui vorrei tradurre. Sto già dando un'occhiata alle magistrali e quelle che mi convincono di più sono due magistrali in Linguistica (LM39). Quindi, insomma, non un campo poi così lontano dalle lingue. Se guardo a quello che ho fatto prima di questo momento, sono diplomata come perito aziendale e corrispondente in lingue estere e ho già seguito un corso di formazione professionale in traduzione settoriale presso la SSIT di Pescara. Corso superato con un ottimo voto nonostante avessi solo un diploma, dei feedback positivi e tanti auguri per iniziare questa avventura professionale. Tutto meraviglioso, una soddisfazione enorme considerando che non ero nemmeno laureata, ma poi mi sono bloccata. Quel corso dava la possibilità di iniziare a lavorare nel settore, ma io non me la sono (ancora) sentita.

Quando sono tornata all'università, non ho scelto di iscrivermi a lingue o mediazione linguistica per motivi che ovviamente non hanno a che fare con le lingue in sé, ci mancherebbe, i motivi hanno a che fare con altro. Il percorso che sto facendo comunque mi appassiona, e non lo cambierei. Vorrei semplicemente svolgere entrambe le attività e sapere di avere la preparazione adeguata. Il problema è che se da un lato leggo online che è possibile diventare traduttori anche seguendo percorsi non standard, dall'altra parte sento altrettante voci che dicono che senza una triennale in lingue e una magistrale in traduzione non ci si può definire traduttori o comunque non si è in grado di svolgere adeguatamente questo lavoro. So di persone che traducono e hanno una laurea in economia, giusto per fare un esempio, ma quando penso a me, a quando dovrò propormi per qualche lavoro... mi sembra sempre di avere le qualifiche sbagliate, ora come in futuro se opterò per una LM39 e nonostante il corso professionale già seguito e la disponibilità a seguire altri corsi o master.

Perdonate la lunghezza di questo messaggio che nasce da ricerche e frustrazione. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, perché al di là di quello che leggo online (anche da parte di alcuni professionisti del settore) sono sicura che c'è qualcuno che può confermarmi che un percorso inusuale non è per forza sinonimo di scarsa preparazione o giudizi negativi da parte dei datori di lavoro. In fondo già lo so, ma vorrei davvero qualche conferma in più da parte di chi lavora in questo settore.

Se siete sopravvissuti e avete letto tutto, innanzitutto complimenti per la pazienza e grazie di cuore!


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