Forum: Italian
Topic: consiglio tariffa
Poster: Claudio Nasso
Post title: Un paio di considerazioni ulteriori
Buona sera Chiara,
perdonami, ma nel tuo ragionamento, a parte la questione tariffaria, c’è, dal mio punto di vista, un errore fondamentale di partenza.
Qualsiasi nostra associazione di categoria, sia essa nazionale o internazionale (AITI, ANITI, ITI o IAPTI che dir si voglia), stabilisce che, salvo occasioni particolari, e debitamente documentate, un traduttore professionale [b]traduca unicamente verso la propria lingua madre[/b] e la tua affermazione
[quote]no, non sono bilingue e difatti non accetto [b]quasi[/b] (il neretto è mio) mai lavori da italiano verso altre lingue. Lo faccio, come in questo caso, quando ho la certezza di poter contattare colleghi-amici che, solitamente a titolo gratuito, possono effettuare una revisione della mia traduzione.[/quote]
non giustifica, né ti “autorizza” a soprassedere a questa “regola aurea”.
Come pensi che sia per noi possibile affermare e difendere la nostra professionalità se non rispettiamo le basi fondamentali su cui si dovrebbe basare la nostra professione?
Bada bene, non sto parlando di una semplice e banale lettera commerciale che, probabilmente, a tutti noi è capitato di tradurre (e anche in questo caso ci potrebbe essere qualcosa di discutere), ma di un
[quote]un [b]manuale tecnico[/b] da 2495 parole da tradurre da italiano a portoghese.[/quote]
destinato non certo a un ufficio di segreteria che deve prendere atto di una banale comunicazione, ma a personale che dovrà fare assoluto affidamento (a volte anche per la propria sicurezza personale) sul contenuto di tale manuale tecnico. Davvero sei sicura di poter offrire questa garanzia?
Il secondo errore lo vedo nella tua affermazione:
[quote]Lo faccio, come in questo caso, quando ho la certezza di poter contattare colleghi-amici che, solitamente a titolo gratuito, possono effettuare una revisione della mia traduzione.[/quote]
Dal mio punto di vista anche questo non è corretto, in quanto l’aiuto o la collaborazione di un collega non ti esime dalla responsabilità che avrai nei confronti del cliente quando consegnerai il tuo lavoro finale (anche se rivisto gratuitamente, e qui tralascio altre considerazioni di merito). Per non parlare di eventuali contestazioni relative, per fare un solo esempio, alla mancata applicazione di “normative ortografiche” entrate in vigore sia in Portogallo, sia in Brasile (anche se non sempre universalmente adottate).
Infine, non hai dato alcuna risposta per quanto riguarda il portoghese europeo/brasiliano. La differenza, a volte, può essere anche sostanziale (per te come traduttrice e per il tuo amico/conoscente che si presta gratuitamente per rivedere la tua traduzione).
Dici di aver inviato o consegnato alle agenzie in Italia centinaia di E-mail (e perché mai solo in Italia?) senza aver ricevuto alcun riscontro, se non la possibilità di lavorare con un paio di queste grazie all’intervento di un conoscente/amico. Questo dovrebbe farti riflettere sul fatto se il messaggio che hai trasmesso sia stato positivo.
Tieni anche presente, sempre per fare un esempio, che il tuo profilo qui pubblicato, non invita certo a contattarti. Perché non cerchi di integrarlo? Perché ti limiti a compilare solo le voci predefinite senza un minimo di informazioni aggiuntive/accessorie che possano davvero spingere qualcuno ad alzare un telefono o a fare correre le mani su una tastiera per inviarti un’E-mail?
Personalmente, anche se non sono (più) un’agenzia, ricevo ogni giorno una decina di E-mail di gente che si propone come traduttore affidabile, veloce e “unico al mondo”, ma che, proprio perché nella propria comunicazione non rispetta alcune regole basilari della nostra professione, considero assolutamente inaffidabili, vuoi per il fatto che si propongono per traduzioni attive e passive senza alcun riscontro oggettivo, oppure perché offrono tariffe che sono davvero al di sotto di qualsiasi umana comprensione (il denaro non è tutto e, comunque, a quanto dici non è questo il tuo caso).
Grazie per l’attenzione.
Claudio
Topic: consiglio tariffa
Poster: Claudio Nasso
Post title: Un paio di considerazioni ulteriori
Buona sera Chiara,
perdonami, ma nel tuo ragionamento, a parte la questione tariffaria, c’è, dal mio punto di vista, un errore fondamentale di partenza.
Qualsiasi nostra associazione di categoria, sia essa nazionale o internazionale (AITI, ANITI, ITI o IAPTI che dir si voglia), stabilisce che, salvo occasioni particolari, e debitamente documentate, un traduttore professionale [b]traduca unicamente verso la propria lingua madre[/b] e la tua affermazione
[quote]no, non sono bilingue e difatti non accetto [b]quasi[/b] (il neretto è mio) mai lavori da italiano verso altre lingue. Lo faccio, come in questo caso, quando ho la certezza di poter contattare colleghi-amici che, solitamente a titolo gratuito, possono effettuare una revisione della mia traduzione.[/quote]
non giustifica, né ti “autorizza” a soprassedere a questa “regola aurea”.
Come pensi che sia per noi possibile affermare e difendere la nostra professionalità se non rispettiamo le basi fondamentali su cui si dovrebbe basare la nostra professione?
Bada bene, non sto parlando di una semplice e banale lettera commerciale che, probabilmente, a tutti noi è capitato di tradurre (e anche in questo caso ci potrebbe essere qualcosa di discutere), ma di un
[quote]un [b]manuale tecnico[/b] da 2495 parole da tradurre da italiano a portoghese.[/quote]
destinato non certo a un ufficio di segreteria che deve prendere atto di una banale comunicazione, ma a personale che dovrà fare assoluto affidamento (a volte anche per la propria sicurezza personale) sul contenuto di tale manuale tecnico. Davvero sei sicura di poter offrire questa garanzia?
Il secondo errore lo vedo nella tua affermazione:
[quote]Lo faccio, come in questo caso, quando ho la certezza di poter contattare colleghi-amici che, solitamente a titolo gratuito, possono effettuare una revisione della mia traduzione.[/quote]
Dal mio punto di vista anche questo non è corretto, in quanto l’aiuto o la collaborazione di un collega non ti esime dalla responsabilità che avrai nei confronti del cliente quando consegnerai il tuo lavoro finale (anche se rivisto gratuitamente, e qui tralascio altre considerazioni di merito). Per non parlare di eventuali contestazioni relative, per fare un solo esempio, alla mancata applicazione di “normative ortografiche” entrate in vigore sia in Portogallo, sia in Brasile (anche se non sempre universalmente adottate).
Infine, non hai dato alcuna risposta per quanto riguarda il portoghese europeo/brasiliano. La differenza, a volte, può essere anche sostanziale (per te come traduttrice e per il tuo amico/conoscente che si presta gratuitamente per rivedere la tua traduzione).
Dici di aver inviato o consegnato alle agenzie in Italia centinaia di E-mail (e perché mai solo in Italia?) senza aver ricevuto alcun riscontro, se non la possibilità di lavorare con un paio di queste grazie all’intervento di un conoscente/amico. Questo dovrebbe farti riflettere sul fatto se il messaggio che hai trasmesso sia stato positivo.
Tieni anche presente, sempre per fare un esempio, che il tuo profilo qui pubblicato, non invita certo a contattarti. Perché non cerchi di integrarlo? Perché ti limiti a compilare solo le voci predefinite senza un minimo di informazioni aggiuntive/accessorie che possano davvero spingere qualcuno ad alzare un telefono o a fare correre le mani su una tastiera per inviarti un’E-mail?
Personalmente, anche se non sono (più) un’agenzia, ricevo ogni giorno una decina di E-mail di gente che si propone come traduttore affidabile, veloce e “unico al mondo”, ma che, proprio perché nella propria comunicazione non rispetta alcune regole basilari della nostra professione, considero assolutamente inaffidabili, vuoi per il fatto che si propongono per traduzioni attive e passive senza alcun riscontro oggettivo, oppure perché offrono tariffe che sono davvero al di sotto di qualsiasi umana comprensione (il denaro non è tutto e, comunque, a quanto dici non è questo il tuo caso).
Grazie per l’attenzione.
Claudio